Firenze

Firenze Futura

struttura

Struttura:

4 linee strategiche, 8 obiettivi, 32 idee progetto, 55 azioni

La visione contenuta nel Piano identifica Firenze e la sua area come centro capace di coniugare innovazione e qualità sociale e ambientale. Gli assi strategici che fanno capo a questa visione hanno la finalità di:

1.        Promuovere l’innovazione con una migliore integrazione delle risorse e delle funzioni

2.        Riequilibrare la localizzazione delle funzioni tra comune centrale e area fiorentina

3.        Organizzare più efficacemente la mobilità interna e l’accessibilità

4.        Migliorare la qualità urbana come risorsa per lo sviluppo

stato di avanzamento

Fermo dall’insediamento della nuova Giunta (2009)

dati tecnici

Comitato promotore:

Comune di Firenze

Struttura di coordinamento:

Associazione Firenze 2010 (dal 2002 al 2003), oggi Firenze Futura

Soggetti firmatari (che costituiscono la compagine sociale di Firenze Futura:

Associazione Artigianato fiorentino, Associazione Generale Cooperative Italiane Toscane, Associazione Industriali di Firenze, Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, 9 Comuni dell’area metropolitana, Confcommercio Firenze, Confcooperative – Unione Interprovinciale FI, PO, PT, Confederazione Italiana Agricoltori Firenze, Confesercenti, Lega Regionale Toscana Cooperative e Mutue, Provincia di Firenze, Regione Toscana,  Sovraintendenza Speciale Polo Museale Fiorentino, UIL-Unione Italiana del Lavoro, Unione Provinciale Agricoltori Firenze, Unione Sindacale Territoriale CISL Firenze, Università degli Studi di Firenze

Scala territoriale:

Area Metropolitana (9 Comuni + Firenze)

Popolazione:

594.490 abitanti

Orizzonte temporale:

decennale (2000-2010)

Partnership:

pubblico-privata

Tipologia:

documento di visione

note

La struttura di accompagnamento al Piano era inizialmente incorporata nello staff del Sindaco di Firenze, poi si è costituita come associazione, presieduta dal Sindaco in carica. L’Associazione viene percepita come un’espressione della volontà politica del Sindaco di Firenze, ma resta nella percezione degli attori un luogo neutro dove attori tradizionalmente poco inclini alla cooperazione si  aprono a un confronto finalizzato a costruire strategie e azioni condivise. Per contro, la definizione dell’Associazione come “luogo di elaborazione della vision”, ha generato resistenze (che hanno provocato ritardi in fase di attuazione degli interventi) da parte di alcune strutture comunali, che hanno interpretato l’Associazione come un competitor.

Firenze Futura ha lo scopo di promuovere e favorire la programmazione dello sviluppo dell’area metropolitana fiorentina attraverso la realizzazione del Piano Strategico, ma non è sta pensata come una struttura di implementazione e dotata delle risorse necessarie per esserlo. Però è proprio la scarsa capacità operativa la maggiore criticità che gli attori del Piano le attribuiscono, dalla quale fanno discendere l’incapacità di: garantire l’implementazione dei progetti proposti dagli attori con una scarsa dotazione di risorse proprie, come ad esempio i piccoli Comuni;  coordinare l’azione di alcuni soggetti, in modo particolare i Comuni, affinché cooperino anziché continuare ad agire individualmente compromettendo la realizzazione di alcuni progetti (es. i progetti inerenti logistica di città e il villaggio multietnico); individuare attori forti che garantiscano la realizzazione delle azioni in assenza di una struttura appositamente dedicata a tale fase.

L’esistenza di tavoli “paralleli” dove si discutono progetti riguardanti le medesime aree strategiche del Piano, ma in alternativa o in concorrenza con il Piano stesso (es. il progetto della Regione per un’area metropolitana Prato-Firenze-Pistoia, il Patto per lo Sviluppo Territoriale promosso dalla Provincia e sostenuto dai sindacati, etc.) limitano la capacità del Piano di generare progetti integrati a scala metropolitana e mettono in discussione la governance dell’area, indicando una forte competizione tra i diversi livelli istituzionali.

La metodologia di lavoro utilizzata ha previsto l’attivazione di tavoli di lavoro tematici a cui partecipano tra i soggetti firmatari i consigli dei singoli comuni e l’istituzione di 5 laboratori di quartiere con la funzione di “luoghi di partecipazione”.

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